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Editoriale Renzo Fior 04/2012

Published on 15/11/2012, in Editoriali, Emmaus Italia.

Renzo Fior ha pubblicato un nuovo editoriale sul numero di Ottobre del bollettino di Emmaus Italia. Ne pubblichiamo il testo integrale:

 

Cari lettori ed amici di emmaus forse guardando la penultima pagina del nostro bollettino vi sarete resi conto che la lista delle realtà emmaus in Italia da qualche tempo si è allungata.

Nelle prossime pagine della rivista potrete rendervene conto leggendo gli articoli che presentano la realtà di queste “ultime nate”.

In questo ultimo anno è sorta una nuova comunità a Erba dove prima esisteva solo un gruppo di amici, ha visto la luce una nuova comunità a Zagarolo nel Lazio, un nuovo gruppo in quel di Firenze; a questo si aggiungono gli investimenti  fatti per un nuovo capannone per la comunità di Quarrata, di Fiesso Umbertiano e la futura, speriamo non troppo in là,  comunità di Aselogna in provincia di Verona.

E’ per noi tutti fonte di soddisfazione e di orgoglio poter dimostrare nei fatti che la frase che per tanto tempo e  con insistenza l’Abbè ha ripetuto nella sua vita “servire per primi i più sofferenti” diventa realtà e si concretizza nella crescita di spazi dove tante persone  che hanno come unico destino una vita di strada e di emarginazione possono trovare uno spazio per una vita decente e dignitosa. Queste persone a loro volta partecipano alla sfida di emmaus: poveri che aiutano altri poveri.

La filosofia del “vetro rotto” come diciamo spesso ad Emmaus, del saper cioè guardare al di la del nostro quotidiano e dello spazio rassicurante in cui viviamo, ci spinge a farci carico di tanti che sempre più spesso e numerosi si rivolgono alle comunità.

Le comunità emmaus sono oggi subissate di richieste: persone che hanno perso il lavoro, anche professionisti, che si trovano nel giro di poco tempo a vivere sulla strada, persone che i servizi sociali dei comuni, di tanti comuni italiani, abbandonano a loro stessi dicendo che non ci sono soldi……

La crescita dei gruppi e comunità emmaus è  un segno che il denaro che le comunità attraverso il lavoro quotidiano dei comunitari e di tanti amici che ci sono vicini riescono a guadagnare  viene destinato e gestito per accrescere la capacità di aiuto e di intervento del movimento nella realtà dell’emarginazione e del degrado.

Nel  panorama squallido odierno in cui pescecani travestiti da persone perbene  che si dicono al servizio della collettività per un mandato che hanno ricevuto, dilapidano migliaia o meglio milioni di Euro solo per il proprio tornaconto, l’esempio di emmaus acquista ancor più un valore di provocazione e di proposta.

Mi sembra che tante, spesse volte, non sia solo questione di soldi che manchino, ma sia questione di persone che intendono la propria funzione pubblica o privata  un tornaconto solamente personale….si dice “così fan tutti”.

Emmaus è un esempio di gestione seria, oculata di risorse economiche che, non dimentichiamolo mai, vengono da un lavoro duro a volte poco gratificante, ma fatto con passione, costanza e intelligenza.

Emmaus è un esempio di gestione partecipativa e di quella economia di condivisione che cerca di ridistribuire per aumentare le possibilità di riscatto di tante persone.

Mi domando, in maniera forse un po’ ingenua, come possano tutte quelle persone che guadagnano cifre astronomiche non sentirsi in colpa rispetto ai molti che non possono immaginare di guadagnare neanche in una vita quello che altri intascano in un mese….politici, manager, calciatori, banchieri, professionisti, operatori di borsa e tanti altri. Non  chiediamo la vostra beneficienza per poter andare ancora una volta sul palco a mostrarvi e a farvi applaudire; chiediamo giustizia ed una economia di condivisione che possa permettere a tutti di vivere nella dignità e nella libertà.

Dice l’Abbè Pierre in una delle sue poesie:

“Cosa può esserci di più orribile che vedere piangere di dolore degli anziani o dei bambini

Quale persona adulta potrebbe non sentirsi ignobile a restare impassibile, senza passione, senza azione senza violenza quando piangono i più deboli?

alziamoci è ora

o sputiamoci in faccia l’un l’altro forti e vigliacchi quali siamo”.

 

Renzo Fior

presidente Emmaus Italia”

 

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